• Shuffle
    Toggle On
    Toggle Off
  • Alphabetize
    Toggle On
    Toggle Off
  • Front First
    Toggle On
    Toggle Off
  • Both Sides
    Toggle On
    Toggle Off
  • Read
    Toggle On
    Toggle Off
Reading...
Front

Card Range To Study

through

image

Play button

image

Play button

image

Progress

1/198

Click to flip

Use LEFT and RIGHT arrow keys to navigate between flashcards;

Use UP and DOWN arrow keys to flip the card;

H to show hint;

A reads text to speech;

198 Cards in this Set

  • Front
  • Back
  • 3rd side (hint)

Lussazione

Perdita del contatto normalmente esistente tra due superfici articolanti.

Quali lussazioni sono le eccezioni e non richiedono una manovra de riduzione urgente

1. Lussazione dell'articolazione acromioclavicolare.


2. Lussazioni inveterate

Prima di eseguire la manipolazione di una lussazione è fondamentale realizzare una...

Radiografia

Si fa per escludere fratture associate. La TC è un'altra opzione.

Ligamenti responsabili della stabilità orizzontale del acromio

I legamenti acromioclavicolare.




La sua lesione causa lo spostamento dell'estremo distale della clavicola in senso antero-superiore.

Ancorano la parte inferiore dell'estremo distale della clavicola al coracoide.

I legamenti coracoclavicolare (conoide e trapezoide)

Sono responsabili della stabilità verticale della clavicola rispetto alla scapola.

Lesione dei legamenti coracoclavicolari causano....

La discesa della scapola trascinata dal peso della sua estremità superiore.

Le lesioni acromioclavicolare si producono normalmente per cadute sul...

Deltoide


(incidenti ciclistici o motociclistici)

Si accompagna con brusco abbassamento della scapola.

Incidenti poco violenti sul deltoide provocano lesioni su legamenti

Acromioclavicolare.

Incidenti più energici producono lesioni sia i legamenti acromioclavicolare sia quelli coracoclavicolari

Per valutare il grado di lussazione acromioclavicolare si realizza....

Radiografia anteroposteriore di entrambe le acromioclavicolari con le braccia distese.

Legamenti coracoclavicolari integri con lesioni dei legamenti acromioclavicolare

1. Può essere parziale (grado I) o totale (grado II) .


2. Riferisce dolore locale e lo spostamento è minimo o nullo.


3. Richiedono trattamento conservativo: fascia, ghiaccio e analgesici.

Legamenti coracoclavicolari e acromioclavicolare lesionati

1. Spostamento verticale "segno del tasto di pianoforte".


2. Se si lascia che evolva senza intervento chirurgico, no si ridurrà spontaneamente, ma limiterà il sollevamento di oggetti al di sopra dell'altezza delle spalle e renderà difficile andare per lungo tempo in bicicletta o in motocicletta.


3. La soluzione chirurgica può essere indicata in pazienti con attività lavorative dove si richiede grande funzionalità.


4. La ricostruzione si realizza mediante la riduzione acromioclavicolare, la fissazione provvisoria (1 a 4 settimane) mediante fili e la sutura dei ligamenti rotti.

Esistono lesioni rare in cui lo spostamento è smisurato (grado IV, V, VI) qui la chirurgia è consigliata da subito.

Lussazione più frequente della spalla ma anche più frequente nell'organismo

Lussazione gleno-omerale.

Lussazione anteriore gleno-omerale

1. Braccio in discreta adduzione e blocco della rotazione interna.


2. Movimento risulta doloroso, si nota "deformità a spallina da ufficiale".


3. Lesione neurologica caratteristica e quella che riguarda il nervo ascellare o circonflesso.

Nella lesioni acromioclavicolare si fa un intervento conservativo quando la lesione è...

Grado III


(conservativo o chirurgico sia per estetica sia per lavoro).

Il nervo circonflesso o ascellare innerva il muscolo....

Deltoide e il piccolo rotondo.



Per cui ci sarà una zona di ipostesia sulla parte laterale della spalla e difficoltà di abduzione.

Trattamento della lussazione gleno-omerale

1. Ridurre attraverso la manipolazione chiusa (si realizza un primo tentativo senza senza anestesia o con anestesia locale intrarticolare.


2. Successivamente immobilizzare con un bendaggio di Velpeau, epr due o quattro settimane (quanto più avanza sia l'età del paziente, minore sarà il tempo). Poi realizzare esercizi di riabilitazione.


3. Manovre più utilizzate sono: Kocher, Cooper e di Ippocrate.

Manovra di Kocher (gleno-omerale)

Trazione e rotazione esterna seguita seguita da avvicinamento con rotazione interna.

Manovra di Cooper (gleno-omerale)

Elevazione progressiva sotto trazione.

Manovra di Ippocrate (gleno-omerale)

Trazione nel senso della deformità e contrazione nell'ascella.

Lussazione posteriore (gleno-omerale)

1. Braccio in adduzione e rotazione interna e, radiologicamente, l'immagine è poco dirimente.


2. Ha difficoltà nella rotazione esterna e non può sollevare il braccio a più di 90°.


3. Passa spesso inosservata, nella radiografia non viene diagnosticata nella proiezione tradizionale in antero-posteriore.


4. Sospettare in pazienti con: episodi di perdita di coscienza, colpiti da scariche elettriche o crisi convulsive, o frattura apparentemente isolata del tubercolo.


5. Richiede sempre proiezioni radiografiche aggiuntive (quella a Y della scapola) o la TC.

Trattamento della lussazione posteriore gleno-omerale

Riduzione a cielo chiuso e un'immobilizzazione in discreta rotazione esterna. Può risultare irriducibile e richiedere riduzione cruenta.

Riduzione inferiore gleno-omerale

1. Poco frequente


2. Braccio in abduzione di circa 30° , in rotazione esterna e accorciato, o in una separazione che può raggiungere i 160° denominata "lussazione eretta".


3. Trattamento: riduzione a cielo chiuso e bendaggio di Velpeau.

Lussazione superiore gleno-omerale

1. Un po' più comune rispetto alla inferiore.


2. Si associa a fratture della clavicola, dell'acromion o lussazioni acromioclavicolare.

Tipi di lussazione recidiva (gleno-omerale)

1. Traumatica


2. Atraumatica

Lussazione recidiva di origine traumatica (gleno-omerale)

1. Pazienti giovani


2. Primo episodio si deve a un trauma importante.


3. Quanti più importante sia il trauma, tanto maggiore l'incidenza di recidiva.


4. La spalla è instabile in una direzione (generalmente anteroinferiore).


5. Facilità a lussarsi perchéi il trauma produce un'avulsione del labbro glenoideo e dei legamenti gleno-omerali inferiori.


6. Trattamento è quasi sempre chirurgico e consiste nel riparare la lesione di Bankart e la lassità capsulare associato. Si può fare a cielo aperto o via atroscopica.

Cos'è la lesione di Perthes-Bankart (gleno-omerale)

È il caso più frequente studiato nella lussazione recidivante della spalla. È un'avulsione.

Un'altra lesione frequente della lussazione recidiva della spalla è chiamata lesione di Hill-Sachs (frattura dovuta a trauma posterolaterale della testa omerale).

Lussazione recidivante d'origine atraumatica (gleno-omerale)

1. La spalla e di solito instabile in molte direzioni e con una certa frequenza l'instabilità riguarda entrambe le spalle.


2. Pazienti che presentano una lassità legamentosa nei quali la lussazione può essere persino volontaria.


3. Si presentano lesioni di Hill-Sachs.


4. Deve essere sempre trattata con riabilitazione, ricorrendo al trattamento chirurgico in casi eccezionali.

Lussazione inveterata

1. Nel caso in cui la lussazione passi inosservata in un primo momento e non si riduca, cominciano a prodursi dei cambiamenti nell'articolazione (formaziy al suo interno di tessuto fibroso, erosioni dei rilievi ossei, allungamento e contrattura capsulare) che rendono difficoltosa la riduzione a cielo chiuso e la stabilità articolare.


2. Nella spalla, la cosa più frequente è la lussazione posteriore con frattura da impatto della testa omerale.


3. Esistono tre opzioni di trattamento: piccola frattura (<20% superficie articolare) riduzione a cielo aperto.


Frattura media (20-45%) trasposizione del subscapolare (operazione di MacLaughlin) o del tubercolo (modificazione di Nero).


Frattura grande (>45%) artroplastica della spalla.

Lussazione del gomito

Si produce di solito in seguito a una caduta sull'estremità superiore che sposta l'olecrano e la testa del radio posterolaterale rispetto alla paletta omerale (lussazione posteriore).

Com'è può presentarsi la lussazione del gomito

Associata a fratture delle coronoidi, della testa del radio e più raramente, dell'olecrano.



Poco frequente che producano lesioni neurologiche associate al tunnel ulnare, o più raramente, del mediano.

Segno clinico tipico della lussazione del gomito

L'alterazione del triangolo di Nelaton.



In condizioni normali, l'epicondilo, l'epitroclea e l'olecrano formano, in flessione, un triangolo equilatero, nella lussazione del gomito questo triangolo è scaleno.

Trattamento della lussazione del gomito

Si riduce attraverso la manipolazione e si immobilizza con una stecca gessata posteriore per un tempo variabile da due a tre settimane; le fratture associate possono richiedere una concomitante osteosintesi.

La prima cosa da verificare nel gomito instabile è l'esistenza di....

Fratture associate (specialmente delle coronoidi o della testa del radio)

Lussazione del carpo

Le più frequenti lussazioni sono rappresentate dalle lesioni dei legamenti periulnare che si producono in cadute sulla mano in iperestensione.

Se si rompono tutti i legamenti, eccetto il radio lunare dorsale, il semilunari mantiene la sua posizione rispetto al radio e il resto del carpo si lussa...

Nella parte dorsale (lussazione peri-lunare del carpo).



Con o senza frattura associata dello scafoide (frattura-lussazione trans-scafo-peri-lunare).


Dello stiloide radiale (tras-stilo-peri-lunari) o entrambi (trans-scafo-trans-stilo-peri-lunare)

Se si rompono tutti i legamenti anche il legamento radiolunare dorsale è rotto....

Il carpo conserva il suo rapporto con il radio, ma il semilunare resta lussato volarmente (lussazione isolata del semilunare).


L'incidenza di lesioni associate del nervo mediano è elevata.



Trattamento: richiedono una riduzione e stabilizazione con fili, associate a una ricostruzione dei legamenti; nel caso in cui esista una frattura dello scafoide, si deve fare particolare attenzione alla qualità della riduzione e della sintesi.

Lussazione dell'anca: lussazione posteriore (90%)

1. Di solito si producono in seguito a incidenti automobilistici nei quali il cruscotto sbatte sopra le ginocchia.


2. Il paziente presenta l'arto inferiore accorciato, in rotazione interna, adduzione e flessione, il gran trocantere si eleva, è possibile palpare la testa femorale nella regione glutea.


3. Può esistere lesioni associata del nervo sciatico.

Lussazione dell'anca: lussazione anteriori (10%)

Il paziente presenta l'arto inferiore allungato in rotazione esterna e discreta abduzione, con possibilità di compromissione del fascio vascolo-nervoso femorale.

Entrambe lussazioni dell'anca (anteriori e posteriori) possono associarsi a...

Fratture dell'acetabolo o della testa femorale.

Nella lussazione dell'anca si utilizza il termine frattura centrale, quando...

La testa del femore batte contro il fondo dell'acetabolo, trascinando verso l'interno del bacino.

Trattamento della lussazione dell'anca

1. Richiede un'urgente riduzione a cielo chiuso in anestesia e una successiva stabilizzazione transitoria mediante trazione, dopo di che il paziente deve mantenere un carico parziale per due o tre mesi.



2. La chirurgia è indicata nei casi di: frattura associata dell'acetabolo chirurgico, frammenti intrarticolare "intrappolati" o impossibilità di riuscire ad effettuare la riduzione a cielo chiuso.

Complicazioni della lussazione dell'anca

A medio termine: necrosi ischemica.


A lungo termine: coxartrosi postraumatica secondaria al danno subito dalla cartilagine al momento della lussazione.

Lussazione della rotula

1. Di solito lo fa lateralmente.


2. Nella maggior parte dei casi si riscontrano fattori di predisposizione, come la rotula alta e la displasia femoro-rotulea.


3. Più frequente nel sesso femminile nella seconda decade di vita


4. Se si tratta di un primo episodio si riduce la rotula attraverso la medializzazione, associata a estensione del ginocchio, posteriormente si contiene con il gesso che permetta l'appoggio (calza di Böhler) o con tutore ortopedico del ginocchio.

Quando va indicata la chirurgia nella lussazione della rotula?

In una lussazione acuta per la riduzione e osteosintesi o estirpazione di frammenti osteocondrali che si sono staccati in seguito al trauma.

Cosa si fa in caso di lussazione recidivante della rotula

1. Si deve sempre prima tentare di ridurre la frequenza di episodi attraverso un programma di riabilitazione intensivo nel quale si lavori in special modo la metà mediale del quadricipite (vasto mediale e vasto mediale obliquo).



2. Se il trattamento risulta inefficace può essere indicato un procedimento chirurgico per modificare l'allineamento dell'apparato estensore (riallineamento prossimale liberando l'ala esterna, distale con la tecnica della trasposizione mediale del tubercolo tibiale, o combinato).

Lussazione del ginocchio

1. Molto meno frequente della lussazione della rotula.


2. Separazione degli estremi articolari di femore e tibia, sempre come conseguenza di un trauma di a Forte energia.


3. Si associa a lesioni dell'arteria poplitea (intima arteriosa) una trombosi acuta dell'arteria nelle 24 ore successive la trauma.

Diagnosi clinica della lussazione del ginocchio

1. Evidente quando si presenta senza riduzione.


2. Si deve sospettare in qualsiasi paziente che presenti instabilità multidirezionale del ginocchio in seguito a un trauma acuto.


3. Si deve studiare l'arteria poplitea (arteriografia) o eco-Doppler.


4. Un'altra associazione frequente è la lesione del nervo peroneo.



Trattamento d'urgenza è la riduzione a cielo chiuso, l'immobilizzazione dell'articolazione (anestesia generale) e la monitorizazzione attenta della circolazione distale con il paziente ricoverato.

Per ottenere un miglior ricovero funzionale dell'articolazione del ginocchio (lussazione), è di solito necessario la ricostruzione dei...

Legamenti e dei menischi lesionati che si realizza successivamente, giacché le ricostruzioni acute sembrano associarsi a un'incidenza maggiore di rigidità.

Lussazioni del mesopiede più frequenti

1. Lisfranc (articolazione tarso-metatarsale)



2. Chopart (articolazione tra calcacagno e astragalo, formata da cuboide e scafoide), meno frequente.

Lesioni dell'articolazione di Lisfranc

1. Dovute a incidenti automobilistici.


2. Trauma assiale sui metatarsi.


3. Le sublussazione possono passare inosservate, a meno che non si presti attenzione all'allineamento dei metatarsi alla presenza di fratture associate.


4. Sono lesioni instabili che richiedono una riduzione anatomica e una stabilizzazione per mezzo di fili di Kirchner o viti (generalmente percutanea) associata a immobilizzazioni con gesso e un lungo periodo di riposo.

Lesioni dell'articolazione di Chopart

1. Dovute a incidenti automobilistici o sportivi.


2. Facile da diagnosticare.


3. Sono stabili una volta ridotte, si tratta di una riduzione a cielo chiuso e immobilizzazione con il gesso.

Lesione neurologica più frequente associata a frattura o lussazione

La neuroprassia.

Tutte le neuroprassie si recuperano in modo spontaneo.

Lesioni traumatiche del plesso brachiale dell'adulto

Cadute con trazione forzata di testa e spalla (lesionano le radici superiori, C5 e C6 con o senza C7).


Iperabduzione (lesione delle radici inferiori, C8 e D1).


Eccezionalmente sono dovute a compressione. La diagnosi delle lesioni del plesso brachiale è clinica.

Le lesioni pregangliare e postgangliare, differenze.

Pregangliare, non sono riparabili.


Postgangliare, sono reparabili.

La compromissione del muscolo dentato anteriore, del romboide e del diaframma nelle lesioni pregangliare si spiega con la lesione dei nervi che emergono a livello radicolare:

Toracico lungo


Scapolare dorsale


Frenico

Sindrome di Bernard-Horner si spiega con la lesione di fibre simpatiche quando si produce un'avulsione di...

D1 (a volte C8)

Il segno di Tinel consiste nella comparsa di....

Parestesie nella zona del tronco.

La risposta assonale è la comparsa di una tripla reazione....... Dopo l'iniezione subcutanea di istamina nel territorio interessato da una lesione perigangliare.

Vasodilatazione


Papula


Areola

Trattamento delle lesioni traumatiche del plesso brachiale

1. Stecche di gesso e ortesi posizionali.


2. Mobilizzazione articolare passiva e attiva.


3. Protezione delle zone anestetizzate


4. Controllo dei quadri dolorosi.



L'esplorazione chirurgica è indicata in lesioni aperte e in quelle lesioni chiuse che si accompagnano a lesioni vascolari. Nel resto dei casi, si deve aspettare tre mesi prima di procedere all'approccio chirurgico della lesione se non si nota nessun miglioramento clinico né elettromiografico.

Trattamento chirurgico delle lesioni traumatiche del plesso brachiale dell'adulto.

Nelle lesioni postganglionari senza continuità si usa la ricostruzione con innesti nervosi (injertos). Nelle lesioni con continuità può essere indicata la neurolisi interna (dissezione interfascicolare).


In caso di avulsioni pregangliare è necessario usare procedimenti di trasferimento nervoso indiretto, collegando un nervo del plesso.


In caso di conseguenze si possono realizzare trasposizioni muscolari o artrodesi in posizioni adeguate.

Sindrome di compressione neurovasvolare nell'incrocio cervico-toracico

Compressione del plesso brachiale e dei vasi subcclavi nel loro tragitto verso l'ascella.



Si può verificare nel triangolo degli scaleni, nello spazio costo-clavicolare o nello spazio sub-coracoideo-retropettorale, dietro il tendine d'inserzione del piccolo pettorale (brachialgia parestesica notturna).



Si associa a variazioni anatomiche, come la presenza si coste cervicali accessorie.

Sindrome di compressione neurovasvolare nell'incrocio cervico-toracico: manovre esplorative #1

Test di Adson: il paziente inspira profondamente, eleva la mandibola e la dirige in direzione del lato interessato. Se, così facendo, si riproduce la sintomatologia e/o si attenua il polso radiale, è probabile che la comprensione sia dovuta ad anomalie negli scaleni.

Questi sintomi devono essere trattati in un primo momento, in modo conservativo con la fisioterapia. Si non funziona, ai può eseguire una resezione della prima costola per via ascellare.

Sindrome di compressione neurovasvolare nell'incrocio cervico-toracico: manovre esplorative #2

Manovra cardio-vascolare: le spalle scendono e si portano in fuori (come nella posizione militare dell'attenti) con la testa rilassata. Se in questa posizione si producono i sintomi, probabilmente la compressione si trova a livello costo-clavicolare.

Questi sintomi devono essere trattati in un primo momento, in modo conservativo con la fisioterapia. Si non funziona, ai può eseguire una resezione della prima costola per via ascellare.

Sindrome di compressione neurovasvolare nell'incrocio cervico-toracico: manovre esplorative #3

Test d'iperabduzione di Wright: il posiy dell'estremità superiore in iperabduzione in modo ripetuto o mantenuto scatena la sintomatologia neuro vascolare se la compressione si localizza a livello costo-clavicolare o dietro il tendine del pettorale minore.

Questi sintomi devono essere trattati in un primo momento, in modo conservativo con la fisioterapia. Si non funziona, ai può eseguire una resezione della prima costola per via ascellare.

La clinica della maggioranza delle sindromi compressive descritte si presenta con:

Dolore neuropatico


Parestesie


Tinel positivo



Nel tragitto del nervo periferico.

Compressione prossimale del nervo mediano

1. Sindrome del prenotare.


2. Può essere compresso in: apofisi e legamento di Struthers, lacerto fibroso bicipitale, inserzioni omerali e ulnare del prenotare rotondo, arco fibroso del flessore comune superficiale delle dita.



Trattamento iniziale è conservativo, solo casi refrattari o con deficit motorio si trattano chirurgicamente mediante la sezione della struttura responsabile della compressione o neurolisi esterna.

Compressione distale del nervo mediano

1. Sindrome del tunnel carpale.


2. Presenza di un'infiammazione sinoviale dovuta a sua volta a sovraccarico meccanico occupazionale tendinea, artriti reumatoidi, lipomi, gangli, amiloidosi, ipotiroidismo e gravidanza (ritenzione idrica), gotta o deviazioni ossee post-traumatiche che comprometamos la vascolarizzazione del mediano.

Sindrome del tunnel carpale

1. È la neuropatia da compressione più frequente in tutto l'organismo.


2. Si verifica in donne di età medio-avanzata.


3. Caratterizzata da parestesia nel primo, secondo, terzo e metà radiale del quarto dito, inizialmente con manifestazioni notturne e quasi sempre nella mano dominante.


4. Come metodi diagnostici si utilizzano la radiologia semplice e l'elettromiografia.


5. La comparsa di atrofia nell'eminenza tenar condiziona negativamente la prognosi.

Il trattamento conservativo e giustificato solo quando la causa è transitoria , in caso contrario, si deve procedere con l'intervento chirurgico sul legamento volare trasversale del carpo.

Manovra di Phalen

Si realizza mantenendo una flessione massima del polso per un minuto. L'esito è positivo se si riproducono le paretesie nel territorio mediano.



Le parestesie si riproducono anche percuotendo la zona compressa (segno di Tinel)

Compressione prossimale del nervo ulnare

1. Sindrome del tunnel cubitale.


2. Analogamente alla manovra di Phalen, anche la relazione estrema del gomito per tre minuti, può riprodurre la sintomatologia da compressione.


3. La neuropatia ulnare cronica può dar luogo alla tipica Mano ad artiglio cubitale e all'atrofia dell'eminenza ipotenar.

Trattamento del tunnel carpale

Se il quadro non risponde la trattamento conservativo, è necessaria la decompressione del nervo. Alcuni autori raccomandano solo la decompressione in situ, il trattamento più accettato è la trasposizione anteriore dell'ulnare, che può essere riposizionato sotto la cute (trasposizione sottocutanea) o insieme al nervo mediano profondamente al gruppo flessore-prenotare (trasposizione sottomuscolare o procedura di Learmonth).



Attualmente, si raccomanda l'associazione di una epicondilectomia mediale solo in casi eccezionali.

Compressione distale del nervo ulnare

1. Sindrome del canale di Guyon.


2. Il canale è uno spazio situato nel lato ulnare del polso. È costituito da un tetto formato da fibre del legamento volare trasverso del carpo che devono essere sezionate se comprimano il nervo ulnare quando passa lateralmente all'osso pisiforme.

Quadri di compressione del nervo radiale

1. La sede più comune di compressione del Nervo radiale è l'arco fibroso prossimale del muscolo breve supinatore (arcata di Frohse).


2. Si caratterizza per la presenza di dolore a livello della massa muscolare distale all'epicondilo, tanto che a volte si può confendere con un'epicondilite.


3. Se dopo una fase di trattamento conservativo non migliora, si passa alla decompressione chirurgica.


4. Altre luoghi dove si può compromettere il nervo radiale è a livello del setto intermuscolare laterale del braccio in seguito a fratture della diafisi omerale e a livello del terzo distale dell'avambraccio dove è interessato il ramo superficiale sensitivo, dando luogo alla "cheiralgia paraesthetica" o sindrome di Wartenberg.

Miralgia parestetica

Compressione del nervo femoro-cutaneo.

Miralgia parestetica: generalità

1. Frequente nelle persone con addome globoso (pazienti obesi, donne incinte, ecc).


2. Può essere prodotto di una chirurgia realizzata vicino alla spina iliaca antero-superiore (innesto della cresta iliaca anteriore).


3. Si presenta con dolore e parestesia sulla faccia anterolaterale della coscia, che compaiono quando il paziente cammina da molto tempo o uqando è in piedi o seduto con flessione forzata dell'anca.


4. Può essere necessario infiltrazioni locali con anestetico e corticosteroidi, in casi refrattari si realizza una decompressione chirurgica del nervo.

Neuropatia del safeno

Il safeno, ramo del nervo femorale, può essere compresso nel punto in perfora la fascia che copre il canale degli adduttori (di Hunter).



Dolore sulla fascia mediale della coscia e del ginocchio "il ginocchio del surfista" e "il ginocchio del corridore", mentre il termine "sindrome del canale degli adduttori" si usa per la claudicazione vascolare secondaria alla compressione dei vasi femorali nel canalem

Negli interventi chirurgici del ginocchio a volte sono sezionate e si sviluppano neuromi sulle incisioni e si può confondere con le lesioni del menisco o patologia femorotulea. Tto con FANS e infiltrazioni con anestesico locale e corticosteroidi.

Sindrome del tunnel del tarso posteriore

1. Compressione del Nervo tibiale posteriore nel canale retromalleolare mediale.


2. La metà dei casi sono idiopatici e il resto si devono a cisti sinoviali, gangli, tenosinoviti, fratture consolidate in posizione errata.


3. Si manifesta con dolore al piede e parestesie alla pianta del piede.

Sindrome del tunnel tarsale anteriore

1. Compressione del nervo peroneo profondo.


2. Dolore nel primo spazio interdigitale.

Neuroma interdigitale di morton

1. È una sindrome canalicolare.


2. Consiste nella comprensione del nervo interdigitale tra il legamento intermetatarsale dorsale e la testa dei metatarsi con sviluppo successivo di neuroma.


3. Localizzazione tra il terzo e il quarto metatarso.


4. Più frequente nelle donne tra 50-70anni.


5. Dolore urente nel camminare e durante la stazione eretta e irradiato verso il polpastrello delle due dita adiacenti.


6. Diagnosi se conferma con un'ecografia o RM.

Trattamento conservativo: scarpe comode con suola rigida e un plantare morbido e di FANS. infiltrazioni di anestesico o corticoidi, chirurgico.

Instabilità: definizione

La lesione degli elementi posteriori della colonna provoca instabilità, che nelle fratture vertebrali comporta la probabilità di lesioni o, in futuro, di dolore meccanico o di alterazioni neurologiche.

Criteri d'instabilità nella colonna cervicale

Angolazione interspinisa maggiore di 11° e spostamento del corpo vertebrale maggiore di 3,5mm.

Criteri d'instabilità nella colonna dirso-lombare

La comprenssione di più del 50% di altezza della colonna anteriore e della cifosi angolare maggiore di 25-30°.

La lesione della colonna posteriore origina un'instabilità che si manifesta con.....

Dolore meccanico e lesione neurologica.

Lesioni occipito-cervicali

1. Le lesioni traumatiche sono più frequenti nei bambini e sono, di solito, il risultato d'incidenti stradali.


2. Elevata mortalità e alta incidenza di lesioni neurologiche.


3. Caratterizzate da un aumento della distanza tra l'odontoide e il basion (parte inferiore del clivus) e/o una trazione verticale superiore a 2 mm.


4. Trattamento può essere conservativo; il trattamento delle lesioni instabili occipito-cervicali e l'artrodesi dall'occipitale fino alla C2.

Fratture della C1

1. Anche se l'Atlante può subire fratture che interessino solo uno degli archi o delle masse laterali (entrambe richiedono trattamento con ortesi cervicale).


2. La tipica fratture della C1 è la Fattura di Jefferson, o frattura da scoppio (di solito in quattro frammenti).


3. Si produce in seguito a traumi assiali e non è, di solito, associata a deficit neurologico.

Trattamento della frattura della C1

Se nella proiezione a bocca aperta si nota uno spostamento delle masse laterali superiore a 7mm, si pensa che esista una lesione associata del legamento trasverso.



Nel cui caso è raccomandabile la trazione con halo per 6-8 mesi, seguita da halo jacket fino al terzo mese. In caso contrario, la frattura può essere trattata con un'ortesi cervicale.

Frattura di Hangnan chiamata anche....

Frattura dell'impiccato

Lesioni del legamento trasverso (instabilità atlo-assoidea)

1. Le rotture traumatiche del legamento trasverso sono lesioni tipiche dei pazienti maggiori di 50anni.



2. Radiologicamente, sono caratterizzate da una distanza atlante-odontoide superiore a 5mm e trattano con artodesi posteriore C1-C2.

Che tipo di pazienti l'allungamento del legamento trasverso non richiede trattamento chirurgico?

Pazienti con artrite reumatoide e sindrome di Down.



Non richiedono a meno che non ci siano sintomi neurologici.

Frattra dell'ipofisi odontoide

1. Tipo I (10%): Frattura della punta (prossimale al legamento trasverso). È stabile e si tratta con un'ortesi cervicale, a menos che non si determini un'instabilità occipito-cervicale.


2. Tipo II (60%): frattura della base. I pazienti giovani (< 40 anni) con meno di 4-5mm di spostamento e meno di 10° di angolazione, si tratta con halo jacket. In caso contrario, si realizza un'osteosintesi con viti (conserva più mobilità, però ha maggiore possibilità di fallimento) o con un'artrodesi C1-C2.


3. Tipi III (30%): frattura del corpo. Si tratta con una trazione craniale seguito da halo jacket.

Espondilolistesi traumatica dell'asse (frattura dell'impiccato)

Si produce attraverso la pars articularis della C2.

Espondilolistesi traumatica dell'asse (frattura dell'impiccato): classificazione

1. Tipo I (30%): si produce per iperestensione. Ha uno spostamento minimi <3mm, senza angolazione ed è stabile. Se, mediante radiografia sotto sforzo, si conferma che non si tratta di una lesione di tipo II, può essere trattata con ortesi cervicale o halo jacket.


2. Tipo II (60%): si produce per ipertensione seguita da flessione e compressione assiale, originando una lessione fiscale C2-C3 con spostamento e angolazione della frattura.


3. Tipo III (10%): si produce per flessione seguita da estensione e si caratterizza per l'associazione unilaterale e bilaterale. Viene trattato mediante riduzione a cielo aperto e osteosintesi.

Frattura dello spalatore

L'avulsione dell'apofisi spinosa di C7.



Si tratta con ortesi cervicali se non c'è lesioni associate.

Fratture della colonna dorso-lombare

1. Il 50% delle fratture dorso-lombare si verificano nella sona di trazione D12-L1.


2. Una delle sue complicazioni è lo sviluppo dell'ileo paralitico, per cui si deve osservare una dieta per periodo prudenziale e tener sotto controllo il transito intestinale.


3. Le fratture della colonna dorsale sono più stabili di quelle della colonna lombare, pero le lesioni neurologiche associate hanno una prognosi peggiore.

Trattamento delle fratture della colonna dorso-lombare

Indicazioni chirurgica


>50% schiacciamento


>50% occupazione del canale


>25% cifosi angolare



Obiettivi chirurgici


<15% cifosi


>75% canale libero

Fratture da compressione (incuneamento)

1. La colonna anteriore è compromessa e quella media preservata, per cui non ci sono di solito lesioni neurologiche associate.


2. Le lesioni stabili (compressione della colonna anteriore <50% cifosi angolare <25%) si trattano in modo conservato con riposo a letto, seguito dall'uso del corsetto.


3. Nelle lesioni instabili il trattamento è chirurgico.

Le fratture che si producono per una flessione del tronco, senza trauma assiale, si associano con frequenza a...

Osteoporosi.




Malattia i cui costituiscono il tipo più frequente di fratture. Si sceglie il trattamento conservativo (riposo a letto, seguito da ortesi).

Quando il dolore associato a fratture in vertebre osteopeniche non si controlla con un trattamento conservativo, si può realizzare una.....

Vertebroplastica percutanea (espansione del corpo vertebrale, seguito dal riempimento dello stesso con cemento acrilico o sostituto osseo).

Fratture da scoppio (estallido)

1. Interessano sia la colonna anteriore sia quella media.


2. Nella radiografia anteroposteriore si nota un aumento della distanza interpeduncolare e nella laterale, l'invasione del canale midollare da parte di frammenti della metà posteriore del corpo vertebrale.


3. Si associano a lesioni neurologiche nel 50% dei casi.


4. Si raccomanda l'intervento chirurgico in fratture con deficit neurologico, cifosi angolare maggiore di 25° o un'occupazione del canale di più di 50%.

Fratture flessione-distrazione o "lesioni da cintura di sicurezza"

1. Lesioni dovute a distrazione della colonna posteriore e media, mentre quella anteriore è integra.


2. Bassa incidenza neurologica (<10%).


3. La lesione può prodursi a livello osseo (Frattura di Chance) o ai legamenti.



Se la lesione riguarda solamente l'osso, il trattamento è conservativo. Se esiste compromissione dei legamenti o una lesione neurologica, il trattamento è chirurgico.

Scoliosi

Si definisce come una deviazione della colonna vertebrale nei tre piani dello spazio, frontale (curve con convessità destra e sinistra), laterale (diminuisce la lordosi lombare e la cifosi dorsale) e assiale (componente di rotazione vertebrale).

Scoliosi strutturata

1. La colonna ruota sul suo asse e allo stesso tempo si incurva.


2. Si individua con il Test di Adams (quando il paziente flette la colonna, esiste un'asimmetria della posizione delle costole e/o dei fianchi lombari) e radiologicamente per studiare i cambiamenti di posizione dei peduncoli vertebrali.


3. La deformità aumenta mano a mano che lo scheletro cresce, per questo la deformità è maggiore in pazienti in cui la scoliosi comincia in giovane età o in cui resta molto tempo per completare la maturità scheletrica.

Atteggiamento scoliotico

1. Non esiste rotazione vertebrale!!!


2. Di solito, è posturale, antalgica o secondaria a patologie che non riguardano la colonna.


3. La scoliosi generalmente sparisce in posizione di decubito supino.

Caratteristiche della scoliosi

1. Raramente provoca dolore e se esiste si deve sospettare una particolare eziologia come infezioni o tumori (osteoblastoma).


2. Comporta un'alterazione importante dell'immagine corporea.


3. Quando è grave e inizia precocemente, si associa ad alterazioni dello sviluppo della cassa toracica che può causare anni successivi, insufficienza respiratoria, con sovraccarico delle camere cardiache destre che progredisce a insufficienza cardiaca destra e cuore polmonare.

Esame clinico del paziente con scoliosi

1. Si deve prestare attenzione alla grandezza della deformità.


2. Realizzando il Test di Adams si può misurare l'angolo di rotazione del tronco (ART).


3. Test dello strapiombo, per valutare l'equilibrio del tronco.


4. Valutare scala di Tanner (sviluppo puberale), per conoscere il tempo che resta per la maturità scheletrica.


5. Fare una radiografia del rachide in toto in ortostatismo, in bipede stazione, di tutti i pazienti con ART maggiore di 5°.

La radiografia laterale nei pazienti con scoliosi si richiede quando....

1. Presenza di dolore.


2. Cattivo allenamento clinico sul piano laterale.


3. Valutazione preoperatoria.

Si deve realizzare risonanza magnetica in pazienti con scoliosi che abbiano....

1. Dolore.


2. Curve atipiche.


3. Deficit neurologico.

Nella radiografia posteroanteriore, devono essere valutati tre parametri:

1. Grandezza della curva.


2. Localizzazione della curva.


3. Test di Risser.

Quando l'angolo di Cobb si considera nella norma?

Quando è minore di 10°.



Questo angolo è quel valutato nella grandezza della curva durante la radiografia nei pazienti con scoliosi.

Cos'è il Test di Risser

Valutazione di maturità scheletrica in funzione dello sviluppo del nucleo di crescita della cresta iliaca:


0: assente.


1: 25% della sua grandezza finale.


2: (50%)


3: (75%)


4: (100%)


5: chiusura della physis e fusione con l'osso iliaco.



Quando si raggiungono i gradi 4 e 5, si considera che la crescita scheletrica sta terminando e, per tanto, che la scoliosi ha un piccolo rischio di progressione.

Nei pazienti con scoliosi quando si vuole valutare la flessibilità della curva, si fa una....

Radiografia in decubito supino, con il paziente inclinato verso il lato della convessità (test di inclinazione laterale) e si valuta come cambia l'angolo di Coob.


La scoliosi non strutturata si corregge completamente e può perfino invertirsi con il test di inclinazione.

Trattamento della scoliosi

1. L'osservaziome


2. L'utilizzo di corsetti: ridurre la progressione, ma non corregge la curva iniziale.


3. Chirurgia

Tipi di corsetti per la scoliosi

Le curve più alte (corsetti di Milwaukee)


Le curve più basse (corsetti tipo Boston)



Una volta completata la crescita della colonna vertebrale, non ha più nessuna utilità.

Sono utili quando la crescita non è ancora terminata (Risser inferiore a 4)

Trattamento chirurgico della scoliosi

1. Permette di ridurre l'ampiezza della curva.


2. La correzione senza artrodesi è indicata quando è necessario operare bambini molto piccoli nei quali un'artrodesi provocherebbe un tronco molto corto.


3. Quando il bambino ha un'altezza accettabile, si procede con le artrodesi.


4. La maggior parte dei casi si trattano tramite artrodesi posteriore, ma è necessario aggiungere un'artrodesi anteriore (circonferenziale) in curve molto rigide (per liberare la colonna anteriore) o in bambini in fase di crescita.

Fenomeno dell'albero a gomito (cigueñal) - scoliosi

Deformità toracica continua a progredire per crescita asimmetrica vertebrale .

Le curve di colonna che cominciano prima dei 12 mesi con l'angolo di Cobb minore di 35°, una differenza tra ACV minore di 20° e assenza di curva compesatrice, si risolvono di solito......

Spontaneamente, senza trattamento (85% dei casi).

La scoliosi idiopatica infantile (0-3 anni)

1. Si diagnostica nei primi sei mesi di vita.


2. Frequente nei maschi (3.5:1)


3. Nella radiografia si deve misurare l'angolo costo-vertebrale (ACV) di Mertha.



Scoliosi idiopatica giovanile (3-10 anni)

1. Frequente nel sesso femminile.


2. Il tipo più diffuso è il dorsale destro.


3. Richiedono trattamento perché non regrediscono spontaneamente.


4. Curva maggiore di 25°, si deve iniziare trattamento con gessi correttori se la curva è rigida.


5. Il trattamento chirurgico è indicato quando non funziona il corsetto o qaudno la curva supera i 50°.

Curve la di sopra dei 50 gradi continuano a progredire in età adulta per ciò bisogna intervenire per evitare in futuro.......

Curve maggiori di 80-100° e la sua potenziale complicanza, l'insufficienza polmonare e cor polmonare.

Scoliosi congenita

1. Si associa ad altre malformazioni congenite: cardiache, genito-urinarie e neurologiche.


2. Richiedono di un ecocardiogramma o ecografia urinaria e risonanza magnetica della colonna.


3. La maggior parte dei casi progrediscono e richiedono trattamento chirurgico (emifusione vertebrale o strumentazione senza artrodesi)

Scoliosi neuromuscolare

1. La qualità di vita dei pazienti con malattie neuromuscolari peggiora enormemente con lo sviluppo della scoliosi.


2. Questi pazienti sviluppano una curva lunga in C con collasso del tronco che impedisce di sedersi e il mantenimento dell'equilibrio.


3. Tollerano male il corsetto.


4. Raccomandabile realizzare un'artrodesi quanto il paziente raggiunge uno sviluppo sufficiente.

Cifosi di Scheuermann

1. Deformità strutturale rigida della colonna dorsale e/o lombare sul piano sagittale, con aumento della cifosi e con cambiamenti radiologici caratteristici.


2. Più frequente nei maschi e si diagnostica di solito durante l'adolescenza.


3. Esistono due forme: forma dorsale e forma lombare.


4. All'esaminazione la cifosi è evidente con il Test di Adams.


5. La maggioranza dei pazienti rispondono al trattamento conservativo con corsetto di Milwaukee, che si utilizza per 23h al giorno, preceduto da un gesso correttore se la deformità è rigida.

La chirurgia nella cifosi di Scheuermann è indicata in:

1. Pazienti con cifosi superiore a 75°


2. Dolore che non risponda al trattamento conservativo.


3. Progressione della deformità nonostante il trattamento con corsetto.

Radiologicamente cosa si vede nella cifosi di Scheuermann

Si nota una cifosi superiore ai 30-50° normali della colonna dorsale, qualsiasi grado di cifosi è anormale nel passaggio dirso-lombare o la colonna lombare.

Cifosi di Scheuermann: forma dorsale

Può avere deformità in D7-D9 o nell'unione dirso-lombare D11-D12.

Cifosi di Scheuermann: forma lombare

Ha l'apice in L1-L2. Il paziente presenta dolore che aumenta con la attività.

Sindrome di Klippel-Feil

1. Affezione rara della colonna cervicale che interessa allo stesso modo i due sessi.


2. Si presenta in modo sporadico, anche se a volte si può ereditare con carattere autosomico dominante o recessivo.


3. Aspetto clinici dell' "uomo senza collo".


4. Possono comparire disturbi neurologici (sordità, alterazioni sensitivo motori dell'arto superiore o compromissione dei nervi craniali).

Cosa si vede nea radiografia del sindrome di Klippel-Feil

A livello cervicale, una o varie sinostosi che includono due i più vertebre ed emivertebre laterali che determinano una postura da torcicollo.

Conseguenze delle alterazioni del sindrome di Klippel-Feil

1. Collo obliquo


2. Instabilità cervicale




Generalmente non ha bisogno di trattamento, tranne in casi sintomatici o con instabilità.

I sintomi del sindrome di Klippel-Feil sono lievi quamdo ci sono affettati......

Meno di tre corpi vertebrali fusi, nel caso di fusione cervico-occipitale o C2-C3.

Spondilolistesi e spondilolisi

1. Si definisce come lo spostamento di una vertebra rispetto a quella sottostante.



2. Spostamento vertebrale in avanti (anterolistesi), anche se occasionalmente, si presenta lo spostamento vertebrale posteriore (retrolistesi).

Tipi di spondilolistesi

1. Displasica (deficit congenito laterale)


2. Istmica (da spondilolisi)


3. Degenerativa (instabilità)


4. Traumatica (frattura senza spondilolisi)


5. Patologica (Paget, osteporosi)

La radiografia obliqua può mostrare....

Frattura a livello della pars interarticularis nella spondilolisi, ed è la prova per Immagini da fare prima di altra.

Spondilolistesi degenerativa

1. È la seconda in ordine di frequenza.


2. Di solito interessa donne in età avanzata.


3. La sua localizzazione più frequente è L4-L5.


4. Si deve allo sviluppo dei cambiamenti degenerativi con instabilità.


5. Si manifesta con dolore lombare e claudicazione neurogena (stenosi del canale).


6. Lo spostamento non suole superare il terzo del corpo vertebrale. Se non risponde al trattamento conservativo con ortesi, è indicata la decompressione e artrodesi della zona di stenosi.

Spondilolistesi istmica

1. È la più frequente.


2. Interessa i maschi giovani e sportivi.


3. Localizzazione frequente è L5-S1.


4. È una frattura generalmente per fatica.


5. Si manifesta con: dolore lombare, alterazioni dell'andatura e contrattura dei muscoli ischio tibiali, con limitazioni della flessione del tronco.

Come si vede la spondilolistesi istmica nella radiografia obliqua?

"il piccolo cane di La Chapelle"

Tipo di scala utilizzata nella radiografia laterale nella spondilolistesi istmica

Scala di Meyerding

Scala di Meyerding

Grado I: 25%


Grado II: 25-50%


Grado III: 50-75%


Grado IV: 75-100%


Grado V: >100% o spondiloptosi.

Si può usare TC per studiare la zona della pars.

Trattamento conservativo della spondilolistesi istmica

Ortesi e limitazioni dell'attività.



È indicato in pazienti con dolore lombare e spondilolistesi senza listesi o gradi I e II.

La spondilolisi del giovane causata da microtraumi ripetuti non sempre deve andare accompagnato da una spondilolistesi. Infatti la cosa più frequente è che si manifesti solo con dolore, e la prova più sensibile per la diagnosi è.....

La scintigrafia SPECT.

Spondilolisi istmica: trattamento chirurgico

Artrodesi con o senza riduzione precedente.




Indicato nei gradi da III a V dei bambini, quando progredisce o il dolore lombare o si tomi neurologici non rispondono al trattamento con ortesi.


Nelle spondilolisi refrattarie al trattamento conservativo si può ricorrere chirurgicamente sulla pars.

La lesione del legamento è denominata "distorsione" e se ne distinguono tre gradi:

Grado 1: rottura intralegamentosa di fibre che si presenta con un dolore localizzato nella zona della lesione, impotenza funzionale ed instabilità.


Grado II: è di entità intermedia.


Grado III: è una lesione completa, con dolore esteso, tumefazione, marcata impotenza funzionale e instabilità franca.

Obiettivo del trattamento delle distorsioni dei legamenti extrarticolari è ridurre la fase infiammatoria acuta mediante l'applicazione di......

1. Bendaggio compressivo


2. Freddo locale


3. Riposo


4. Elevazione dell'arto interessato



RICE (Rest-ice-compressiom-elevation)

Pollice dello sciatore o lesione di Stenner

1. Un movimento di separazione forzata del primo dito. Lesione del legamento collaterale cubitale della metacarpofalangea del pollice.


2. Occasionalmente si produce un'avulsione della sua inserzione.


3. Fondamentale per la pinza di precisione tra il primo e il secondo dito.


4. La lesione completa richiede l'intervento chirurgico.


5. Radiologicamente e clinicamente si diagnostica paragonando l'articolazione lesionata con la mano controlaterale mediante l'apertura dell'interlinea metatarsofalangea (sbadiglio) forzando la separazione del dito.

Importanza del versamento liquido nell'articolazione

1. Possono esistere lesioni gravi del ginocchio senza liquido, dovute alla rottura della capsula articolare con travaso extrarticolare.


2. Il ginocchio ha un aspetto globoso e la palpazione la rotula è separata dal fermore a causa del aumento del volume di liquido che si è interposto.


3. "Segno dell'iceberg"


4. Quando vi è un versamento importante, si deve aspirare (artrocentesi), non solo per migliorare la sintomatologia ma anche per valutare l'aspetto del liquido.

Causa più frequente di ematri nel ginocchio in trauma acuto è.....

La lesione del legamento crociato anteriore.

Nelle lesioni del menisco, è frequente il rilievo di un liquido....

Sieroso che compare più avanti nel tempo.

Lesioni del menisco

Causata da:


Incidenti sportivi nei giovani.


Incidenti casuali negli anziani.



Quasi sempre esiste una componente di rotazione del ginocchio appoggiato.



Localizzazione più frequente: livello del corno posteriore del menisco mediale o interno.

Lesioni del menisco: manifestazioni cliniche

1. Dolore diffuso


2. Presenta versamento di liquido nel giro di 18-24 ore e che di solito è sieroso o sinoviale.


3. Dopo la fase acuta, il paziente sviluppa un'atrofia quadricipitale e presenta episodi ripetuti di disturbi e blocchi al ginocchio.

Test per valutare lesioni del menisco

Test di McMurray


Test di Steinmann


Test di Apley

Triade maligna di O'Donoghue

1. Rottura legamento crociato anteriore.


2. Rottura legamento collaterale mediale.


3. Lesione del menisco mediale.

Tipi di lesioni del menisco

1. Lesioni radiali


2. Lesioni circonferenziale


3. Lesioni a manico di secchio


4. Lesioni a becco di papagallo



Queste ultime due sono quelle che causano con maggior frequenza blocchi ed impotenza funzionale.

Cambiamenti di Fairbank

È l'artrosi porstmeniscetomia

Trattamento delle lesioni del menisco

1. Si può tentare una sutura aperta o artroscopia e i resultati sono migliori in presenta di emartri (segno indiretto di buona vascolarizzazione della zona lesionata).


2. In alternativa, si realizza una ricostruzione concomitante del legamento crociato anteriore.


3. Nelle lesioni senza possibilità di cicatrizzazione il trattamento da preferire è la meniscectomia parziale artroscopica.

Indicazioni per l'attuazione dell'allograft meniscale, secondo il gruppo europeo di trapianto del menisco sono:

1. Età < 50-55anni.


2. Meniscetomia precendente.


3. Dolore nel compartimento femorotibiale interessato.


4. Ginocchio senza instabilità legamentose associate.

La rimozione chirurgica artroscopica di lesioni meniscali degenerative in pazienti anziani con cambiamenti artrosici è indicata solo se esistono......

Sintomi meccanici chiari

La riabilitazione dopo un intervento a carico del menisco dipende della procedura effettuata, una bonifica meniscale/meniscetomia non necessita solitamente di particolari accorgimenti è il paziente può caricare......

Da subito!



Ma in caso di sutura si preferisce aspettare alcuni giorni prima di concedere del carico sull'arto operato.

La lesione meniscale più frequente è quella del....

Corno posteriore del menisco interno

Lesione del legamento collaterale mediale

1. Di solito si lesiona a seguito di traumi con forzatura in valgo, molto frequente nella pratica del calcio o dello sci.


2. Di solito non c'è versamento di liquido a menos che non esistano lesioni intrarticolari associate. (+Menisco interno).


3. Clinicamente è presente dolore nel tratto legamentoso che aumenta forzando in valgo.


4. A seconda del grado (da I a III) si verifica instabilità (sbadiglio) allo stress in valgo.

Trattamento della lesione del legamento collaterale mediale

Conservativo: immobilizzazione con il gesso o ortesi e carico parziale per 4-6 settimane, in funzione della gravità.

Lesione del legamento crociato anteriore

1. Si lesiona in traumi con iperestensione, forzatura in valgo o rotazione del ginocchio.


2. Più frequente nelle donne.


3. Il paziente percepisce uno schiocco (pop) all'interno del ginocchio e si sviluppano emartri entro 1-2 ore.

Test di Lachman

Si usa nella lesione del legamento crociato anteriore, si verifica uno spostamento anteriore eccessivo della tibia, rispetto al femore, si a 30° di flessione, sia a 90° di flessione (test del cassetto anteriore).

Frattura di Segond

Frattura da avulsione del margine tibiale anterolaterale associata a rottura LCA e a lesione del menisco interno.



Precisa l'esecuzione di RM.

Un'altra forma di sospetta di lesione del legamento crociato anteriore

Quando si produce un'apertura in valgo o in varo forzato, con il ginocchio in estensione completa.

Fenome del pivot-shift

Si usa per valutare lesione del legamento crociato anteriore, la cui da sublussazione tibiale rotatoria nel flettere ed estendere il ginocchio, col valgo forzato.

Approccio della lesione del legamento crociato anteriore

Inizialmente è conservativo, con l'obiettivo di recuperare la completa mobilità e potenziare la muscolatura per compensare la lesione dei legamenti (che non si cicatrizza).



Se il paziente vuole riprendere l'attività sportiva e l'instabilità glielo impedisce, è indicata la ricostruzione legamentosa tramite plastica tendinea (si usa il terzo centrale del tendine della rotula o i tendini della zampa d'oca) o ancora tramite allograft criopreservato di cadavere.

Solitamente allotrapianto di tendine d'Achille, indicato in caso di secondo intervento dopo fallimento della prima recostruzione.

Lesione del legamento crociato posteriore

1. Si lesiona per traumi diretti sulla tibia con il ginocchio in flessione.


2. Si diagnostica con il Test del cassetto posteriore (individuando l'eccessivo spostamento posteriore della tibia, con il ginocchio in flessione di 90°).


3. Si può trovare una deformità in recurvatum.


4. Le lesioni isolate si trattano un modo conservativo (potenziamento del quadricipite) salvo in pazienti in cui l'instabilità impedisca la pratica sportiva si impiegano plastiche simili a quelle anteriore.

Quando l'instabilità del legamento crociato posteriore si associa alla lesione di una o più parti delle strutture laterali può verificare instabilità posterolaterale più invalidante. Le strutture laterali che possono essere affettate, possono essere....

Legamento laterale


Capsula posterolaterale


Tendine del popliteo


Bicipite

La lesione laterale del ginocchio è rara, e quando è completa si deve ricorre a la chirurgia....

Subito!!!



Caratterizzata da dolore e instabilità forzando in varo, si può associare a lesioni del perone e obbliga a escludere la possibilità di lesione associata del legamento crociato posteriore e lussazione del ginocchio.

Sindrome da conflitto sub-acromiale

Patologia dello spazio sub-acromiale costituisce la causa più frequente di spalla dolorosa.


1. I tendini della cuffia dei rottatori sono frequentemente interessati da patologie per quattro motivi:


- sono spesso in sottoposti a pressioni e microtraumi ripetuti, specialmente quando si realizzano attività ripetute sul livello della testa.


- presentano una certa tendenza a sviluppare cambiamenti degenerativi (tendinosi) col passare degli anni.


- presentano una zona di vascolarizzazione critica tra 1e 2 cm prima dell'inserzione omerale.


- Attraversano uno spazio che in alcune persone si restringe con l'avanzare dell'età e per lo sviluppo di osteofiti nell'articolazione acromion-claveare e nella zona arteroinferiore dell'acromion.

Diagnosi della sindrome del conflitto sub-acromiale

1. Dolore insidioso soprattutto di notte.


2. Rottura è rara, ma può succedere sovra scapolari in pazienti di circa 40 anni che soffrono di lussazione alla spalla.


4. La mobilità passiva non viene intaccata, mentre l'attiva è limitata dal dolore e/o debolezza.


5. Il dolore aumenta quando il paziente abbassa attivamente il braccio, specialmente tra i 120° e gli 80° di elevazione (arco doloroso).


6. Il dolore aumenta con l'elevazione passiva massiva della spalla.

Segno di Neer

Il dolore della cuffia dei rottatori aumenta con l'elevazione passiva massima della spalla quando la cuffia viene in contatto con la parte arteroinferiore dell'acromion.

Test di Neer

Quando il dolore della cuffia dei rottatori scompare in seguito alla manovra e l'infiltrazione sub-acromiale di anestesico locale conferma la diagnosi della sindrome da conflitto sub-acromiale.

Valutazione della sindrome da conflitto sub-acromiale

Il trattamento conservativo iniziale consiste nel somministrare antinfiammatori, raccomandare un periodo breve di riposo e iniziare un programma di riabilitazione diretto a recuperare la mobilità e fortificare soprattutto la metà inferiore della cuffia con esercizi contro resistenza.



Il trattamento chirurgico è indicato in pazienti che non rispondono al trattamento conservativo dopo tre o sei mesi o pazienti giovani che si presentano con rottura acuta di uno dei muscoli della cuffia. Prima della chirurgia è necessario Ecografia o RM.

La ecografia è sempre più utilizzata, meno costosa e più diffusa per valutare l'estensione, ma non permette valutare patologie associate, né la presenza dell'atrofia muscolare.

Com'è la chirurgia nella sindrome da conflitto sub-acromiale

I pazienti con rottura della cuffia, si deve ricorre alla sutura dei tendini rotti associata ad acromioplastica e seguita da un periodo di riabilitazione intensa.



Se la lesione è tanto estesa da impedire la sutura, è preferibile effettuare lo sbrigliamento (desbridamento) dei bordi tendinei in pazienti adulti o il trasferimento di tendini (pettorali maggiori, dorsali larghi, tricipiti) in pazienti giovani e attivi.

Artropatia della cuffia o spalla di Milwaukee

Quando le lesioni della spalla sono molto estese ed un lungo periodo evolutivo della patologia possono sviluppare cambiamenti degenerativi secondari, che possono richiedere un'artroplastica della spalla.

Tendinite calcificante (cuffia dei rottatori)

1. Caratterizzata dall'accumulo di depositi di calcio nei tendini della cuffia dei rotatori.


2. Spesso è bilaterale, ma appare in una spalla e poi nell'altra.


3. Dolore intenso, notturno, che può durare da due giorni a varie settimane, dopo il dolore migliora progressivamente fino a scomparire.


4. La diagnosi viene confermata da una radiografia.


5. Inizialmente trattamento conservativo. (Riposo, antinfiammatori e riabilitazione).


6. Si può infiltrare anestesici e corticoidi nello spazio sub-acromiale, quando il dolore è intenso.

A volte è possibile aspirare parte della calcificazione, soprattutto per via artroscopica.

Capsulite adesiva (Sindrome di Pellegrini-Stieda)

1. È un'infiammazione e fibrosi spontanea dell'articolazione della spalla che può essere associata a processi sistemici (specialmente diebete mellito), o essere idiopatica.


2. Molto frequente nelle donne intorno ai 50 anni.


3. Dolore intenso + rigità della spalla su tutti i piani (spalla congelata).


4. Movimento attivo o passivo è limitato.


5. Può essere autorisolutivo (ma prolungato) e la durata può oscillare tra i sei mesi e oltre due anni.


6. Programma di riabilitazione intensa e somministrazione di antinfiammatori.

Nei casi gravi di capsulite adesiva ai può associare a una......

Capsulectomia artropica

Lesione SLAP (superior labrum anteriore to posterior)

1. Lesioni del labrum che partono dalla zona antero-superiore fino a quella postero-superiore, intorno all'inserzione del capo lungo del bicipite.


2. Si osservano in sportivi giovani (nuotatori, lanciatori).


3. Causa o dolore nella parte postero superiore della spalla, accompagnato da schiocchi.


4. Sono simili alle lesioni meniscali del ginocchio.


5. Diagnosi di conferma con RM.


6. Trattamento: sbrigliamento o sutura della lesione, secondo l'estensione.

"Caduta della sfera del bicipite" capo lungo del bicipite.

Deformità visibile con un muscolo accorciato e meno efficiente dal punto di vista della forza, per cui nei giovani ai preferisce il reinserimento chirurgico e negli anziani il recupero funzionale.

Gomito dello studente (borsite olecraniana)

Quadro autorisolutivo che richiede solo trattamento sintomatico.

Gomito del tennista (epicondilite)

Quadro infiammatorio dell'inserzione comune prossimale della muscolatura estensoria-supinatrice dell'avambraccio.



Si deve distinguere dalla compressione del nervo interosseo posteriore nell'arcata di Fröhse del supinatore.

Gomito del golfista (epitrocleite)

Interessa l'inserzione comune prossimale della muscolatura flessoria pronatrice dell'avambraccio.

L'epitrocleite e l'epicondilite: trattamento

Conservativo: uso di ortesi di alleggerimento, antinfiammatori orali e uso occasionale di infiltrazioni locali con anestetico e corticoide.



Occasionalmente è necessario la liberazione chirurgica.

Tenosinovite stenosante di De Quervain e altre tenosinoviti del polso

1. Infiammazione della guaina comune dei tendini dell'estensore breve e abduttore lungo del pollice nel punto in cui passa sopra la stiloide radiale, con stenosi progressiva della stessa.


2. Quadro doloroso e di crepitazione locale che aumenta se si devia cubitalmente il gomito con il primo dito poggiato sul palmo della mano (Test di Finkelstein).


3. Se non risponde al trattamento conservativo, potrebbe essere indicata la liberazione della guaina fibrosa, eventualmente accompagnata da una sinoviectomia.

Ginocchio della lavandaia (borsite prerotulea)

Dolore e tumefazione nella faccia anteriore del ginocchio come risultato di pressione nella zona.

Tendinite e borsite anserina (zampa d'oca)

Dolore nella zona mediale dell'epifisi tibiale prossimale, sull'inserzione dei tendini del sartorio, semitendinoso e gracile, che aumenta salendo e scendendo le scale.

Fascite plantare

Causa più frequente del dolore nel retropiede (talagia) è l'infiammazione (come nella spondilite anchilosante e altre artropatie sieronegative) o irritazione meccanica della fascia plantare.



Lo sperone calcaneare non è causa di dolore, è una prominenza ossea che si forma sull'inserzione calcaneare della fascia in risposta a microtraumi ripetuti e a infiammazioni.

Trattamento: riposo e FANS

Cosa si associa la lesione del tendine di Achille, in pazienti giovani e come si deve agire....

Non si raccomanda il trattamento conservativo, si associa ad un elevato numero di rirotture e un recupero tardivo, per cui si preferisce il trattamento chirurgico.

Rottura acuta del tendine di Achille

1. Lesione tipica negli uomini tra i 30 e i 50 anni, sportivi occasionali.


2. Eziologia è sconosciuta, salvo casi d'infiltrazioni preventive di glucocorticoidi e assunzione orale prolungata degli stessi o di chinolonici.


3. Si presenta con dolore intenso, accompagnato da schiocchi e da impotenza funzionale per la flessione plantare attiva.

Malattia di Dupuytren

1. Il morbo di Dupuytren è un processo caratterizzato dallo sviluppo di noduli e strisce di tessuto fibroso nella fascia palmare e delle dita che provocano la loro contrattura progressiva.


2. C'è anche microangiopatia.


3. Interessa la razza caucasica, negli uomini e l'incidenza aumenta con l'età.


4. Ereditario e fattori di rischio: l'alcolismo, tabagismo, BPCO, diabete mellito, epilessia, tto anticonvulsivi e microtraumi a ripetizione.

Traide maligna di O'Donoghue

1. Rottura del legamento crociato anteriore.


2. Lesione del menisco mediale.


3. Rottura del legamento collaterale mediale.

Tipi di lesioni del menisco

1. Radiali


2. Circonferenziale


3. A becco di papagallo


4. A manico di secchio



Le due ultime causano con maggior frequenza blocchi ed impotenza funzionale.

Clinica del morbo di Dupuytren

Comparsa di noduli e strisce palpabili associati ad una contrattura progressiva delle dita, di solito è bilaterale ed interessa maggiormente una delle mani.



Interessa inizialmente e soprattutto il territorio ulnare della mano. Il quinto dito più colpito (70%) seguito, in ordine, dal quarto, dal terzo, dal primo e dal secondo.

Trattamento chirurgico del morbo di Dupuytren

Più comune è l'estirpazione della fascia o fascectomia, può essere limitata, regionale o radicale.


Maggior aggressività, minor rischio di recidiva, ma una maggior incidenza di complicazioni.


La maggior parte si trattano mediante fascectomia regionale.

Principali complicazioni del trattamento chirurgico del morbo di Dupuytren

1. Lesioni dei nervi collaterali.


2. L'ischemia da spasmo.


3. Ematomi.


4. Problemi cutanei e di cicatrizzazione


5. Edema


6. Riattivazione del morbo di Dupuytren


7. Perdita della mobilità digitale


8. Distrofia simpaticoriflessa e recidiva.

In pazienti con recidiva o distesi di Dupuytren può essere giustificata la scelta di una......

Dermofascectomia